mercoledì 21 settembre 2011

Troll in prigione!


E’ avvenuto in Inghilterra il primo arresto e la prima condanna per ‘trolling‘. Il colpevole è Sean Duffy, un ragazzo di venticinque anni che si divertiva a commentare  nei social network la morte per suicidio di una sedicenne con frasi ingiuriose e provocatorie.
La pena è stata esemplare: Duffy dovrà rimanere in carcere per 18 settimane e per 5 anni non potrà utilizzare un social network. Inoltre, sarà tenuto – sempre per 5 anni – ad avvertire la autorità ogni qualvolta acquisterà materiale elettronico e dovrà fare registrare ogni dispositivo.
La sentenza è destinata non solo a fare scalpore, ma anche giurisprudenza. Non ci sarà da stupirsi se a questasentenza ne seguiranno altre dello stesso tipo, benché il reato sia ‘comparso’ solo da pochi anni e sia sconosciuto ai più. La sentenza, in compensa, offre essa stessa una definizione del trolling, ed è la seguente: “Per trolling si intende il provocare tramite mail o chat altre persone con il solo scopo di ricevere delle risposte offensive”.
Il trolling è una pratica che si è sviluppata anni fa nei forum, ma solo nei social network ha assunto proporzioni preoccupanti: Facebook e affini offrono all’utenza una condivisione più alta di informazioni riguardo vita privata e dunque il trolling può investire aree sempre più personali dell’internauta, arrivano a costituire motivo di risentimento ancora maggiore.
Intanto il dibattito si è acceso e l’utenza è spaccata tra chi considera la pena eccessiva o addirittura fuori luogo (iltrolling secondo alcuni non può considerarsi reato) e chi la ritiene giusta.

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